Il regista Carlo Dilonardo, l' autrice Irene Canale, e un gruppo di giovani attori hanno dato vita a un percorso di lavoro che sviscera brutalmente una condizione umana di non-identità. Affrontano, con questa messinscena, l'inadeguatezza dell'essere umano e dell'essere giovani oggi: le difficoltà di trovare un'identità, di costruirsi una vita, una "famiglia" di cui ci si possa fidare.
Giovani che si affacciano a una agghiacciante quotidianità di insicurezze, di omicidi familiari e di falsi mondi da desiderare. E che, dal palco, stimolano l' "at-tensione" dello spettatore attraverso l'affannosa ricerca dell'avere qualcosa e dell'essere qualcuno. Rubando. Quattro fratelli, Già, Giù, Tutù e Tatà, vivono insieme in un non-luogo. Sono poveri e passano il loro tempo a cercare di diventare dei buoni ladri. Durante uno dei loro litigi, ritorna a casa il quinto fratello, Giò, il quale li aveva abbandonati per andare a vivere con la sua compagna Ninì. La donna ha accusato Giò di averle rubato un bracciale ed irrompe in casa per cercare giustizia. Lo scontro tra i sei personaggi, mette in luce la loro vera natura, il loro disagio, i loro segreti e i loro desideri...soli e senza un nome, lottano l'uno contro l'altro per trovare quell'identità e quella strada che dovrebbe appartenere a tutti, con la convinzione che per costruirsi una vita bisogna rubarla al prossimo...
Foto di Scena
LUIGI CATALANO
Assistente alla Regia
GIULIA CAPONE
UFFICIO STAMPA
Maura Bonelli per D-MOOD
tel. + 39 06 6280867
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